mercoledì 16 novembre 2011

Non so dove ma arriverò puntuale
Arriverò puntuale a sorprenderti
mentre ti prepari,
mentre mi scongeli il cuore
al microonde.
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Mi abbracciavi
facendo quel mugolio
tipo quando ti stringi
tra le coperte
pronta a consegnarti serena
al sonno
e a farti cullare,
a praticare l'esotismo estremo.
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PORTAMI A STARE BENE, PORTAMI A NON BALLARE, A BERE E A NON CROLLARE.
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E poi giorni o millenni senza vederti,
solo incrociandoti
con gli abbaglianti accesi,
per fortuna.

Dice che sei cambiata,
che sei vuota,
che sei ingrassata,
che ti sei rassegnata.
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Il fatto è che tutti prendono
prepotentemente
le prime occasioni,
senza immaginarne di alternative.
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La colpa,
dicevo,
è di quei quattro alberi
del cazzo
che intorno alla piazza,
di notte,
ci succhiano via l'ossigeno
dal cervello.
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e c'è chi dice che suona perché in un paese come questo se non suoni ti droghi, ma poi si droga lo stesso.
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PORTAMI A STARE BENE, PORTAMI A NON GUARDARE, A BUTTARMI SENZA VEDERE.
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E poi ceniamo agli aperitivi
parlando di cose
che non ce ne frega un cazzo.

Che qualche volta,
in dei discorsi,
ci copriamo di imbarazzo
e ricordiamo di nascosto

Ma adesso è diverso.

Del passato non c'è rimasto niente,
se non le briciole sulla maglietta.

E allora scuotimi via,
che andrò a rincorrere i miei sogni
e a non sentirmi a casa
di fronte alle vetrine
troppo grandi per i miei occhi
vuoti,
lontano da te
e da tutto il resto.

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